venerdì 21 giugno 2013

Memorandum delle organizzazioni



Esperienze di volontariato e principali organizzazioni/associazioni con le quali siamo venuti a contatto:

Argentina = Eco-villaggio, Uspallata, sito internet: www.tuntuqueral.com

Cile = Viaje de la serpiente, progetto itinerante di animazione e studio socio-culturale,       
            sito internet: elviajedelaserpiente.bligoo.cl

Perù = Casa-famiglia Mosoq Runa, Ccthovincho, Urubamba, sito internet:
            www.mosoqruna.org
            Piccola Locanda, Cuzco, sito internet: www.piccolalocanda.com
            Perù Etico, viaggi responsabili, sito internet: www.perùetico.com
            Centro Takiwasi di trattamento delle dipendenze tramite medicina ancestrale e
            odierna, Tarapoto, sito internet: www.takiwasi.com
            Teatro Cuarto Crescente, sito internet: teatrocuartocrescente.blogspot.pe

Equador = Ecolodje Rumi Wilco, Vilcabamba, sito internet: www.rumiwilco.com

Colombia = Progetto RGTMacondo (Red Global de Trueke Macondo), SISAS (Sistema de Intercambio
                    Solidario para la Autogestion y la Sostenibilidad), Medellin, sito internet 
                    www.autosuficiencia.com

Costa Rica = Finca Carolina, Uvita.
                        ASVO (asociaciòn de Voluntarios para el Servicio en Areas protegidas)sito internet:
                        www.asvocr.org
Nicaragua = Teatro Mimo, Granada, sito internet: www.escueladecomedia.org
                      Escuelita Camaleon, attività ricreative ed educative per bambini dei
                     “barrios” poveri, Granada, e-mail: escuelita.camaleon@gmail.com

Guatemala =  CasaSito, Antugua, sito internet: www.casasito.org
                        Escuela Brillo del Sol per bambini con hándicap fisici e mentali, Antugua, sito
                        internet: www.brillodelsol.org

Messico = Luum Ayni, progetto permaculturale, sito internet: www.luumayni.com
           



Alla fine...



Prima d'iniziare con le vere e proprie conclusioni voremmo fare alcuni commentari riguardo al blog. In primis riteniamo importante spiegare perchè abbiamo scelto d'inserire la parola "catabolici" per descrivere il tipo di diari. A livello biologico il catabolismo è un processo metabolico che consiste, in parole povere, in fregmentare molecole grandi /semplici in parti più piccole/complesse per produrre energia. Ciò ha un'analogia forte con la nostra idea iniziale, e che si è mantenuta, del viaggio. Ovvero il tentativo di riuscire partendo dal grande (i paesi con la loro unicità, multiculturalità, politiche ecc) a discernere alcuni aspetti per noi interessanti, utili e con cui siamo venuti a diretto contatto per giungere ad una maggiore profondità o complessità del mondo osservato. E’ chiaramente impossibile riportare la totalità di un luogo ma è fattibile riportare ciò che si è conosciuto, che ci ha incuriosito o colpito e da ciò ricavarne una crescita personale, nuovi spunti di riflessione ed in generale una nuova "enerigia mentale" d'introspezione ed estroversione.
Il blog di per sè è stato uno strumento per costruire/definire una dimensione riflessiva specialmente indirizzata verso un'auto-critica costruttiva. Inoltre è servito per aiutarci ad estrapolare nuovi concetti, idee, esperienze, per approfondire concetti/realtà a cui ci siamo confrontati quali: culture differenti, antiche civiltà, metodi lavorativi o di sussistenza innovativi e ancestrali, agricoltura, sopravvivenza,  religioni, diritti e abusi, politica, cucina, abitudini e capacità di comunicazione con gli altri e tant'altro.
Il blog è divenuto per noi un contenitore, una memoria ed una maniera di dar voce  e valore ai nostri pensieri ed alle nostre esperienze,la nostra "scatola nera" del viaggio, ed un grande esercizio di discernimento (avremmo tantissime cose in più da raccontare e con cui annoiarvi) di argomenti. Forse la cosa più dura dopo discernere è stata quella di scrivere in condivisione: due modi di percepire, pensare, trascrivere l'esperienze e, diciamocelo, due "crape dure" non facilitano il compito! Ma difficoltà a parte siamo finalmente giunti al termine, manca poco per mettere il punto che determinerà la fine di queste pagine virtuali-esistenziali, quindi ecco l'ultimo fiume di parole verso l'orizzonte delle... conclusioni?

Concludere non è mai semplice, vi è quella intrinseca pretenzione che tutti i fili sparsi possano essere avvolti e fermati in una solida matassa, non crediamo totalmente fattibile fare ciò riguardo alla nostra esperienza. Un viaggio non segue la linea di un'arco, non parte dal basso per raggiungere un picco e ridiscendere, è più un ritmo discontinuo in cui alti e bassi si alternano a momenti lineari sempre costeggiati da quella nota d'ignoto che fa crepitare le emozioni quasi costantemente a livelli più alti del normale. Inoltre un anno e più è un periodo piuttosto lungo, vi sono luoghi che abbiamo visitato che sembrano già un sogno lontano, vivono in noi sotto l'ombra surreale del ricordo schiacciato tra troppi altri per via del continuo spostarsi, mentre la memoria li congela e scongela rallentando o velocizzando la digestione della vita (o più semplicemente forse soffriamo di alzheimer precoce..).
Vi sono dei limiti nelle conclusioni di un viaggio poichè rimane costante l'impressione che nulla finisca veramente: ci sono atti, persone, momenti, luoghi che come "fantasmi disoccupati" non smettono di eccheggiare nella mente, ma sicuramente vi sono alcuni argomenti che si possono concretizzare e che ci seguiranno ad di là delle conclusioni di questo capitolo.
Durante questi mesi di viaggio siamo entrati a contatto con svariati "mondi paralleli" al nostro, in cui culture, genti, linguaggi, politica, sentimenti, storia, spiritualità prendono strade distinte, a volte completamente divergenti ed altre piuttosto simili. Vi sono realtà che per noi "occidentali" è difficile sviscerare, che non potremo mai capire a fondo, questo tende, in alcuni casi, a lasciarti in bocca il gusto amaro dei "perchè" non risolti. Questo sapore amaro ci ha fatto capire l'importanza di sapersi ogni tanto adattare senza cercare di capire costantemente tutto, di lasciarsi trasportare senza applicare costantemente sistemi di paragone o premesse, di dirsi un bonario: "vabbè se l'è in scì, l'è in scì"! Sicuramente interagire con i luoghi, le persone, la cultura è stata la parte più bella ed arricchente, come quella più frustrante ed impegnativa.
Pensiamo che questo girovagare si potrebbe soprannominare "Corso di turistologia: lo zen di essere stranieri". Ci siamo resi conto che l'integrazione è una questione estremamente difficile e delicata, non solo per chi, come noi, si è spostato spesso ed è quindi più comprensibile si presentino delle difficoltà, ma anche per chi si stabilisce e vive in un luogo da tempo. Nel nostro caso abbiamo dovuto fare i conti e rassegnarci che, seppur non vogliamo rientrare nella classe del viaggiatore classico, non possiamo neppure spogliarci della nostra brillante tuta da straniero. E vi assicuriamo che questa, forse banale conclusione, ci ha messo spesso in difficoltà: non è facile confrontarsi sempre con la medesima etichetta! D'altro canto ci ha permesso di esercitar la capacità di essere noi stessi in qualunque caso.
L'"identità latino-americana" è dominata da forze contrastanti, costantemente pugnalata da abusi di potere, povertà, crimine organizzato, droga, ignoranza, rassegnazione, cultura, lotte, credenze e speranze. Non è facile entrare in questo mulinello ma è importante riuscire sempre ad esaminare ed essere responsabili verso se stessi e gli altri per non rischiare di cadere nell'accettazione passiva di ciò che ti sta intorno, bisogna cercare quindi di praticare l’esercizio della critica della realtà come strumento di costruzione e riflessione. Crediamo che per quanto banale e scontata possa sembrare una delle "verità" più importanti di cui abbiamo preso coscienza è che, essendo tutti umani, al di là delle nostre incomprensioni e differenze, necessitiamo ed addirittura meritiamo la nostra dignità in quanto tali. Dignità per portare le nostre paure e sofferenze, sogni e speranze senza barare (la dignità non sip basa sui soldi, il potere ecc. Ma è uno stato mentale e un riconoscimento sociale), per tentare di correggere gli errori giorno dopo giorno accettando anche la nostra mediocrità.

Ora della euforia del movimento ci rimarranno molti ricordi, il piacere di esserci immersi dove altri vivono ed esserne usciti rinforzati e un po frastornati, di aggiustare le nuove forme che la nostra mente sta assumendo verso noi stessi e il mondo e il gusto, la curiosità di affrontare il ritorno con nuovi inizi e creazioni, così come diceva Thomas Stearns Eliot: "Noi non cesseremo l’esplorazione. E il finale di tutte le nostre esplorazioni sarà arrivare là dove abbiamo cominciato e conoscere questo luogo per la prima volta.”

mercoledì 19 giugno 2013

Cena del capitalista, murale di D. Rivera..

Lungo girovagare

Dopo il lungo girovagare, ora ci siamo "fermati" (approfittando degli ultimi giorni in queste terre, il 1ºluglio è previsto il ritorno a casa), lunghe passeggiate e grandi sudate (purificanti); una chelita bièn fria con un pochito de Jarana è un piacevole distensivo in queste giornate d'afa (per alcuni potrà apparire come un peccato ma, parafrasando il detto, la via alla santità è costellata di peccati).
Ora abbiamo la nostra "tana" dove riflettere, elaborare e scrivere su quanto fatto e appreso in questo lungo periodo girovagando per l'America latina.

Il Messico, abbiamo conosciuto una parte di questo "surreale" paese (come direbbe Breton) esplorando, indagando (qui e là) "studiando" e lavorando, appassionandoci e scoprendoci; iniziando dalla caotica, "logorroica" e sensuale México-Tenochtitlan (Città del Messico ai nostri giorni), percorrendo i porticati della Secretaría de Educación Pública osservando i magnifici murales di D. Rivera, visitando la "Casa Azul", passando negli immensi  mercati della Lagunilla, San Pedro ecc... dalle librerie di seconda mano di calle Donceles fino a El Zócalo, il Palacio Nacional e il Museo Nacional de Antropología, una città...con una storia ed un carettere proprio. 

Dalla metropoli ci siamo spostati a Oaxaca e poi verso il Chiapas dove abbiamo avuto la possibiltà di far visita ad una comunità autonama zapatista appartenente ad una delle cinque "Juntas de Buen Gobierno zapatista", queste comunità o Caracoles seguono i principi dello zapatismo e sono autorganizzate con leggi e regolamenti propri. 
Gli zapatisti lottano in difesa dei diritti collettivi e individuali dei popoli e delle persone oriunde del messico con l'idea di costruire un nuovo modello di nazione che includa dignità, democrazia, libertà e giustizia, creando una rete di resistenza e rivolta contro le discriminazioni e le ingiustizie perpetrate nella logica del neo-liberismo da parte dello stato,  delle imprese e via dicendo.

Sempre in Chiapas la chiesa di San Juan Chamula è stata uno splendito esempio vivente del sincretismo tra cristianesimo e ritualità indigena che orami perdura da secoli, il pavimento della chiesa è ricoperto da aghi di pino che rappresentano la fertilità della madre terra ed il legame indissolubile tra uomo e natura, i riti prevedono anche l'uso della Coca-cola come strumento di cura/purificazione attraverso l'eruttazione e le uova. Le pareti laterali della chiesa sono piene di statue di santi di ogni tipo e provenienza a cui le persone affidano le loro preghiere.
Molto altro abbiamo conosciuto, dalle piramidi di Palenque e Chichén Itzá alle spiagge e la natura di Holbox, ma queste sono altre storie.

Sul finire del nostro girovagare, abbiamo conosciuto Luum Ayi un progetto ecologico sostenibile e centro di permacultura, gestito da una simpatica coppia (lui peruano, lei austriaca). Qui ci siamo fermati un paio di settimane come volontari/studenti. Nel progetto si impara quotidianamente attraverso la pratica (l'azione); questa vuole essere uno strumento di sviluppo personale permettendo ad ognuno di scoprire nuove attitudini e abilità necessarie a creare e vivere in una cultura sostenibile.

La permacultura è uno "stile di vita", pretendere di spiegarla in tutte le sue dimensioni è, come dice Carlos Streaub, comparabile a che per mezzo della conoscenza di una pianta vorremmo comprendere il bosco. 
A grandi linee la permacultura è un sistema di "disegno" (progettazione) verso la creazione di ecosistemi umani sostenibili, equilibrati ed estetici-armonici; questo processo integra l'agricoltura biologica, l'etica del uso della terra, l'allevamento, la bio-edilizia, l'uso di energie rinnovabili e la creazione di un ambiente umano sano (interno ed esterno).
Senza dubbio la permacultura non tratta da vicino questi elementi con fine a se stessi ma cerca una relazione che questi possono avere tra loro dipendendo dalla forma nei quali gli ubichiamo nel paesaggio.
Se la cosa vi interessa e volete saperne di più potete iniziare leggendo qualcosa sul tema e consultando il sito permacultura.it.

A Luum Ayni abbiamo lavorato a stretto contatto con la natura e la vita nel campo, abbiamo appreso nuove tecniche di coltivazione ed agricole in generale, abbiamo imparato a costruire tetti in palma de guano per le palapite (abitazioni tipiche dei climi caldi messicani. Originarie dalla cultura filippina), a fare diversi tipi di compost (da quello a strati a quello con feci umane e a quello con i lombrichi), abbiamo ampliato le nostre capacità in cucina e abbiamo imparato qualche parola in maya yucateco lavorando con gli indigeni del luogo. (¡¡amalia ha fatto anche una puntura vitaminica inframuscolare ad un cavallo¡¡).
Per chi volesse maggiori informazioni su questo interessante progetto veda la pagina: luumayni.com.

Insomma un ulteriore accrescimento lungo questo viaggio-vita. Viva México¡¡ (non quello "istituzionale"). 



venerdì 5 aprile 2013

Un ottimo luogo dove godersi il cocktail...

Cocktail México (o Molotov)

Ingredienti: 1dl. di Crimine organizzato, 1 Cc di Violenza, 1 Cc di Povertà, 1 Cc di Corruzione, 2 cl. di Politica, mezzo bicchiere di Lotte varie, 10 cl. di Migranti, 10 cl. di Ecocidi, due cubetti di Diritti umani calpestati, in parti uguali un pizzico di Educazione, Sanità, Socialità, una fettina di Turismo per guarnire il bicchiere.

Diluire in uno shaker Violenza, Povertà e Corruzione nel dl. di Crimine organizzato, mischiare bene aggiungendo la Politica, Migranti e Ecocidi dopodiché aggiungete le Lotte varie, Educazione, Sanità e Socialità e i cubetti di Diritti umani calpestati, agitate bene per qualche secondo. Servite in un bicchiere Tumbler grande guarnito con la fettina di Turismo.

¡¡ Ricordate che ogni ingrediente è un composto di mille "sfacettature" che lo complicano e lo arricchiscono (per lo più negativamente), quindi attenzione agli eccessi nelle dosi per la vostra tranquillità.

NB: Questo cocktail puó essere modificato a seconda dei gusti aggiungendo in dosi più o meno abbondanti  ingredienti come: Cultura, Gastronomia, Flore e Fauna, Spa etc..

Concludiamo questo post con il detto "a buon intenditore poche parole"; poche parole valgono più di mille spiegazioni. Chi volesse seguire più da vicino la situazione messicana e/o avere maggiori info sui vari ingredienti può scriverci o consultare alcuni canali con i quali siamo venuti in contatto:
proceso.com.mx; revistavariopinto.com; jornada.unam.mx; movimientomigrantemesoamericano.org; sinembargo.mx; ammor.org.mx; alternativaspacificas.org; desaparecidosencoahuila.wordpress.com, vocesdelperiodista.com.mx, blogdelnarco.com.

NMB: Con questo post non vogliamo assolutamente demonizzare il bellissimo Messico, ricco di genti, lotte e luoghi "speciali". Quanto scritto in precedenza è una delle realtá, quella più vera.
Riva messicana del fiume Usumacinta.

Lungo il fiume

L'ultima tappa in Guatemala è stata quello alle rovine dell'antica città Maya di Tikal. Un mondo immerso nella foresta tropicale, grovigli, colori ... del mondo vegetale, dove di prima mattina (quando ancora non si hanno molti visitatori) si possono osservare molteplici animali che rosicchiano, urlano, corrono, strisciano, saltano ...
Dal Templo de la Serpiente Bicéfala (Tempio IV) si può godere di una spettacolare vista sulla selva circostante e sulle altre piramidi (templi).

Da questa utlima tappa, passando per Flores, abbiamo oranizzato il nostro viaggio verso il Messico (prendendo un pacchetto che comprendeva bus-barca e bus, partendo a Flores e raggiungendo Palenque). Siamo giunti in terra messicana attraversando il fime Usumacinta, confine naturale tra il Petèn (Guatemala) e il Chiapas (Messico).
Con l'ormai acquisita esperinza ci siamo fortunatamente portati appresso alcuni  ultimi Quetzal (moneta del Guatemala) che ci sono serviti per pagare una tassa d'uscita dal paese (che nessuno, ovviamente, ci ha mai menzionato) e per cambiarli in pesos messicani che ci hanno permesso di prendere il taxi (che nel pacchetto, ovviamente, non era mensionato e non doveva essere necessario) per percorrere gli otto chilometri che ci separavano dalla terminal degli shuttles per Palenque, da ultimo abbiamo dovuto pagare anche una tassa d'entrata ad una riserva protetta (ovviamente non menzionata) che abbiamo attraversato nel passaggio verso Palenque. Insomma, non girate mai senza spiccioli¡ (o meglio "mazzette").
Templo de la Serpiente Bicéfala. Tikal. Guatemala.

sabato 9 marzo 2013

Vita quotidiana "pasa schià ul penel", San Pedro las Huertas, Guatemala.

Brillo del Sol

Per un caso fortuito e una telefonata,  abbiamo incontrato CasaSito, un'associazione senza scopo di lucro che appoggia progetti e persone nell'ambito dell'educazione e dello sviluppo comunitario e personale.
Grazie a questa associazione abbiamo trovato un volontariato presso uno dei progetti partner, cambiando i nostri piani personali e di viaggio (ricordiamo che avevamo scelto di non operare più nel campo socio-educativo per motivi di tempo, ma la cosa ci è arrivata inaspettata e il progetto è unico).
Il progetto si chiama Brillo del Sol - formando mentes brillantes, é una scuola che promuove un'educazione/insegnamento individuale e alternativo per ragazze/i con necessità particolari che siano queste fisiche/motorie, psicologiche, di iperattività, di difficoltà di apprendimento, di situazioni famigliari difficili o problematiche emotive.
Questi ragazze/i non hanno potuto accedere al sistema scolastico pubblico per i motivi sopraccitati.
Come volontari-educatori, abbiamo svolto attività di assitenza in classe, creando poi dei gruppi di sostegno individuale per i ragazze/i con più difficoltà nell'ambito della lettura e della scrittura, abbiamo partecipato anche alla risistemazione della biblioteca (che ne aveva bisogno) ed abbiamo affiancato Ivonne (altra volontaria) nel suo progetto artistico dando una mano nella ripitturazione dei muri  e creando un atelier sulle leggende guatemalteche per poi trarne ispirazione per dei disegni da traslare sulle pareti.
L'esperienza è stata sicuramente arricchente ed istruttiva, però non possiamo esimerci da alcune osservazioni critico-costruttive che il nostro occhio "clinic-supsiano" (vedi curriculum della carriera di lavoro sociale della SUPSI) ci spinge a trascrivere. In primis bisogna dire che il progetto è giovane, sperimentale (per questo paese) e in continue restrittezze economiche, limiti che sicuramente influiscono sul suo buon funzionamento o sulla possibilità di crescita. Al di là di queste constatazioni ci siamo scontrati con un'organizzazzione vacillante e nella mancanza di professionali che possano aiutare lo sviluppo di questi ragazzi. Vi sono nella scuola giovani e bambini con difficoltà (come già accennato) molto distinte l'uno dall'altro, "casistiche" molto differenti e che necessiterebbero di maggior attenzioni individuali. Inoltre a nostro parere manca un po di presa a carico a livello d'igiene. Comunque è un progetto interessante in cui i ragazzi hanno sviluppato la capacità di rispetto e aiuto reciproco in maniera soprendente, inoltre malgrado le ragazze che vi lavorino siano molto giovani (tra i 22/30 anni ca) non si può negare che hanno molta buona volontà, ammirevole pazienza e risorse personali e d'intraprendenza. In conclusione: è bello che i volontari, se da un lato si scontrano con una organizzazzione difficile, dall'altro hanno piena libertà di azione, l'inventiva e la propria esperienza sono accolte a piene mani e le possibilità di apportare innovazione al progetto sono infinite.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito web di CasaSito: www.casasito.org, o la pagina facebook (per chi lo ha) del progetto: www.facebook.com/proyectobrillodelsol.
Vita quotidiana "que vas a llevar"..., Antigua Guatemala.

Terra del mais

Il nostro girovagare ci ha condotti, dopo il Nicaragua, alla terra dei Chapin (soprannome con il quale si definiscono le persone del Guatemala) via Honduras e El Salvador dove abbiamo deciso di non sostare.
Il Guatemala è la terra del mais, la sua importanza è principale nell'alimentazione e nella cosmovisione indigena, come possiamo leggere in questo breve frammento del Popol Vuh;
"Di mais giallo e mais bianco si è composta la sua carne, di pasta di mais si fecero le braccia e le gambe dell'uomo. Unicamente pasta di mais entrò nella carne dei nostri padri (...)"
è anche il paese del Centroamerica con la maggior percentuale di popolazione indigena, si stima che la distribuzione per etnia è la seguente: 59.4% ladinos (meticci), 40.3% mayas, 0.2% garífunas e xincas (popolazione non discendente dai maya, con poche conoscenze sulla sua vera origine) e 0.1% altre.
Insomma è una terra ricca di folclore, colori, odori, genti (veramente gentili e aperte) e  paesaggi mozzafiati (i vulcani sono le "entità" con le quali spesso ci si confronta).

La nostra prima tappa rilevante qui in Guatemala è stata quella sulle rive del Lago de Atitlán. 
Abbiamo installato la nostra base a Panajachel, da dove si possono ammirare i vari vulcani che coronano la "circonferenza" del lago (Volcán de Atitlán(3.537 m), Volcán Tolimán (3.158 m) y Volcán San Pedro (3.020 m). Da qui abbiamo intrapreso l'esplorazione in barca a motore dei paesini lacustri di San Marcos La Laguna, San Juan La Laguna, San Pedro La Laguna e Santiago Atitlán. 
Sinceramente abbiamo trovato San Marcos (specialmente) e San Pedro un pò invasi da un turismo pseudo "alternativo" e mistico in cui l'aria è più da India che da terre Maya.
A San Juan, invece, si torva una realtà più guatemalteca con diversi ateliers d'arte incentrati soprattuto sulla pittura, girando per le ripide stradine si possono incontrare diversi murales raffiguranti scene di vita, storia indigena e usanze locali. 
Santiago ha una grande presenza di popolazione indigena (etnia tzutuhil) e nella cattedrale si possono ammirare intagliati nel legno (e non solo) esempi di sincretismo fra cristianesimo e cultura indigena/maya. 
In questi luoghi vivono, come già riportato, diverse popolazioni indigene discendenti dal gurppo etnico dei  maya proveniente dal sud del Messico, si distinguano dalla terra di provenienza in base ai disegni e colori dei loro tessuti, seppur lo stile rimane simile per tutte.
Vivendo e indagando il paese, contraposti alle meraviglie, abbiamo raccolto alcuni dati interessanti ed allarmati riguardanti la situazione delle donne in Guatemala. Se nella regione latinoamericana si concentra la quarta parte dei femmicidi(1) del mondo, il Guatemala occupa il primo posto con El Salvador. Per quanto riguarda gli omicici solo nei mesi di gennaio e febbraio sono state uccise 124 donne. Le pratiche più frequenti sono strangolamenti e colpi di pistola. 
Tra i problemi maggiori ci sono il fatto che spesso questi accadimenti non vengono denunciati dai famigliari e che lo stato non rispetta le leggi di protezione della donna. La situazione è quindi molto grave, basti pensare che l'incaricata dell'ONU per la questione delle donne in Guatemala ha rinunciato al suo incarico dopo aver subito serie minaccie di morte.
Essendo già in tema di violenza un'altra questione forte di questo paese è legata alle armi. Queste ultime sono facilmente reperibili nel mercato nero per pochi soldi o comunque non vengono richiesti eccessivi requisiti per acquistrle legalmente. Il numero di armi in circolazione è quasi impossibile da dedurre, si stima che per ogni arma legale ve ne siano tre illegali in circolazione. A queste sono legati molte delle morti violente nel paese si pensi che solo nel mese di febbraio sono decedute 441 persone per armi da fuoco, è da ricordare che oltre alla facilità di reperire un'arma dietro questa violenza c'è una mancanza di "educazione" al dialogo nella risoluzione di alterchi, nonchè la malavita.

1. Inteso come descritto dall'antropologa messicana Marcela Lagarde, che utilizza il termine femminicidio per comprendere:
« La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine - maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale - che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia »

giovedì 7 marzo 2013

Mural "Calendario Maya", San Juan la Laguna, Guatemala.

Un passo indietro...

Come spesso ci è accaduto abbiamo lasciato indietro qualcosa. In Costa Rica un interessante progetto che abbiamo conosciuto e può essere interessante per chi vuole cimentarsi in prima persona nella salvaguardia del ambiente, degli animali e delle comunità locali è quello della Asociación de Voluntarios para el Servicio en las Áreas Protegidas (ASVO), la quale opera dal 1989 per preservare il territorio nazionale delle aree protette favorendo il volontariato locale ed estero nonchè la possibilità di lavoro per i costaricani. Tutte le informazioni e i contatti possono trovarsi nel sito internet, www.asvocr.org.

mercoledì 30 gennaio 2013

"Urraca", uccello tipico dell'isola di Ometepe.
Vista di Granada dal campanile della chiesa La Merced.

Vida de "Nica"

Dopo aver salutato i "Ticos" ora ci stringono la mano in segno di benvenuto i "Nica" (correspettivamente come si definiscono gli abitanti del Costa Rica e del Nicaragua).

Il Nicaragua è stato per noi una terra d'incontri, scoperte, nuove amicizie e tanta vitalità.
Prima di addentrarci nel racconto di questa terra vogliamo fare una breve parentesi (scaturita dall'incontro e amicizia con un gruppo di giovani studiosi/artisti cileni) concernente la lotta Mapuche. Il termine "Mapuche" deriva dalla fusione di due termini Mapudungu: Che, "Popolo" e Mapu, "della Terra" e sono gli abitanti Amerindi originari del Cile Centrale e Meridionale e del Sud della Argentina (Regno di Araucania e Patagonia). Questa popolazione è una etnia variegata composta da numerosi gruppi che condividono tra loro una stessa struttura sociale, religiosa ed economica, così come una eredità linguistica comune. 
In Cile, come in molti altri paesi latinoamericani, i popoli indigeni stanno lottando e creando legami in favore della salvaguardia dei propri territori ancestrali messi in pericolo dalle "multinazionali" (che sfruttano e costruiscono dappertutto) e dallo scarso impegno dello Stato in loro favore.
In questo caso specifico (i Mapuche, raccontatoci dai nostri amici cileni) una società italo-iberica vuole costruire una centrale idro-elettrica nelle terre sacre della comunità San Juan del Lago Neltume. Crediamo che bisogni sostenere queste lotte e diffondere i fatti per aiutare (ognuno a modo suo) la salvaguardia del pianeta che sia a livello ambientale, culturale-indentitario ecc.!

Per chi volesse aproffondire di più l'argomento della situazione Mapuche in Cile rimandiamo al sito: www.mapuexpress.net e al lavoro dei nostri cari amici del collettivo " Viaje de la serpiente" nel loro blog: viajedelaserpiente.bligoo.cl.


Ritornando al Nicaragua iniziamo narrandovi una delle molteplici leggende sui vulcani Concepciòn e Maderas situati sull'isola Ometepe nel lago Cocibolca; si racconta che il vulcano Concepciòn (tutt'oggi attivo) rappresenti un'entità creatrice, dal suo cretere nasce la vita, per contro il vulcano Maderas (spento e con una laguna al suo interno) rappresenta la porta di accesso al mondo dell'aldilà dove le anime trovano il riposo eterno. Insomma i due rappresentano il ciclo della vita.



In quest'isola (molto suggestiva) abbiamo trascorso diverso tempo, fatto che ci ha permesso di conoscere e approfondire determinate cose. Qui abbiamo, tra gli altri, conosciuto Antonio (oggi guida turistica) che ci ha raccontato la storia del Nicaragua attraverso il suo vissuto come militare "sandinista" nei tempi della guerra contro i Contras (gruppi armati nicaraguensi costituiti a partire dai nuclei della vecchia guardia nazionale per combattere il governo sandinista che nel 1979, dopo aver rovesciato la dittatura di Debayle, si era insediato al potere. Il nome contras è una abbreviazione di contrarrevolucionarios. La guerriglia è stata sostenuta e finanziata dagli Stati Uniti) e del suo addestramento in Vietnam nel 1983. Un racconto affascinante e profondo.

Ometepe è anche il luogo di maggior produzione di banane del Nicaragua, vi sono 1200 produttori di plàtano gigante (banana gigante). Solo nel 2012 l'isola ha prodotto 226 milioni e 500 unità di banane. Il 90% del raccolto viene comprato da imprese del Honduras e del El Salvador, il 10% rimane nel mercato locale.

Sull'isola vivono anche le famose e simpatiche scimmie "cara blanca" (faccia bianca), solitamente formano gruppi di 20/30 componenti e sono molto utili poichè favoriscono la dispersione di semi e polline.

Da Ometepe passiamo a Granada, bella e gradevole (caldo a parte) città coloniale sulle rive del lago Cocibolca e dominata dall'ormai inattivo vulcano Mombacho. Fu fondata nel dicembre del 1524 ed è una delle città più antiche delle Americhe. Molto apprezzata anche nell'antichità dai pirati francesi e inglesi, venne quasi rasa al suolo dal conquistador megalomane William Walker.
Qui tra i vari progetti sociali abbiamo conosciuto L'Escuela de comedia y mimo che propone un progetto di  formazione artistica dei giovani più svantaggiati di Granada dandoli spazi dove divertirsi e dove possono esplorare le proprie abilità fisiche e artistiche. Questo progetto organizza anche l'annule (oggi arrivato alla sua quarta edizione) Berrinche Ambiental un festival internazionale di artisti di strada, vi sono artisti che giungono da molti paesi latinoamericani ma anche alcuni da europa e nord america. 
Per maggiori informazioni, aiuti o per partecipare si veda il sito: escueladecomedia.org.

Altro progetto è quello della Escuelita Camaleòn che si indirizza ai gioviani di un barrio povero di Granada. Questo è un micro-progetto gestito da  due giovani che creano attività in base alle possibilità/disponibilità di volontari (per un giorno o mesi), materiale ecc.  con l'intento di dare ai giovani la possibilità di divertirsi, conoscersi, esprimersi e di riflettere su varie tematiche (soprattutto socio-ambientali) nonchè se vi è la possibilità si svolgono corsi di inglese e aiuti nel doposcuola. Nel futuro c'è in programma di sviluppare progetti  di aiuto legati al problema dell'inalazione di colla (stupefacente) molto presente qui a Granada. 
Chi fosse interessato può contattare Carlos e Sabrina alla loro mail: escuelita.camaleon@gmail.com.

Come amanti degli animali una cosa che ci ha dato molto fastidio di Granada sono i tour in carrozza per la città, non tanto per il senso in sè (è un'attività che da lavoro a persone povere) ma per il fatto che i cavalli sono denutriti e sottoposti a sforzi continui e duri sotto un clima avverso.

In conclusione il Nicaragua stà procedendo nelle ricerche in campo delle risorse energetiche (Biomassa) più precisamente nella generazione di combustibile attraveso l'olio estratto dai semi dei frutti del Tempate (Jatropha Curcas L.), una pianta autoctona non adatta al consumo umano. Questa pianta inoltre favorisce il recupero di terreni degradati.

In extremis una curiosità; la maggioranza degli indirizzi si danno per un tradizionale sistema che parte da punti di riferimento geografici, che consistono in parchi, piazze, chiese e edifici pubblici. Gli indirizzi si indicano come di seguito:
1- Il nome della strada nella quale si trova il luogo che si vuole raggiungere.
2- Come arrivare al luogo specifico stimando la distanza in numero di isolati (cuadras) o metri dal punto di riferimento e in che punto cardinale (a Granada "al Lago" significa Est).
Esempi:
Negozio X, Calle Estrada, dalla chiesa "La Merced" 1 isolato Sud e 75 metri "al Lago".

Hostal Gran Sultana, La Gran Francia, 4 isolati al Sud, 1 1/2 isolati Ovest a due passi dal mercato municipale.




Uno dei molteplici tucani che coloravano il cielo del Costa Rica.

sabato 26 gennaio 2013

La nostra piscina, dove rinfrescarci dopo il lavoro nella Finca.

Terra protetta (promessa)

Costa Rica, di questa bellissima terra noi abbiamo esplorato principalmente le due coste, caraibica e pacifica, afro da una parte e "gringa" dall'altra.
I 3/4 del territorio nazionale sono decretati aree protette, riserve naturali o parchi nazionali; dove se non in questo paese sarebbe ideale fare delle esperienze di volontariato nel campo ambientale? Già da tempo (dopo la nostra scelta di rientrare con qualche mese di anticipo) abbiamo focalizzato i nostri sforzi nella ricerca di esperienze di volontariato (e visite a progetti) nel campo agricolo/ambientale. Questa scelta non è una locura di due educatori stufi del loro lavoro, ma una scelta ponderata, dettata da due fattori/motivi principali: da una parte siamo molto interessati al campo ambientale, sia a livello personale che professionale  come possibile congiunzione con il lavoro socio-educativo. Dall'altra, visto che il tempo a nostra disposizione si è ridotto, fare volontariati nel campo socio-educativo diventa difficile, nel senso che sostare a corto termine discrimina e sfavorisce la conoscenza e il processo (entrata in relazione, progettualità ecc) che essi richiedono. Quest'ultimo motivo non esclude in ogni caso di fare piccole esperienze come: "volontari per un giorno" o visitare progetti sociali o educativi.
Comunque, per tornare alla domanda iniziale, il Costa Rica è un ottimo posto per fare esperienze in ambito del volontariato ambientale, il fatto è che devi preventivare un sacco di soldi, si parla di cifre che possono aggirarsi anche attorno ai 100$ giornalieri! Il problema, inoltre, non è di carattere puramente monetario ma anche lavorativo. Con frequenza il lavoro consiste in qualche oretta al giorno in cui le faccende si riducono ad un sistema in stile "Fordista" (catena di montaggio) come per esempio imballando i prodotti, questo non ti permette quindi di addentrarti/praticare/imparare veramente quello che può essere lavorare in questo campo o sistemi interessanti, come per esempio, la permacultura. Il fatto è che alcune organizzazioni, centri, fattorie etc.. non hanno una vera necessità di volontari ma più che altro hanno trasfromato l'attività in ecoturismo e dovendo accontentare la sempre più grande domanda si "adagiano" sul sistema di fare per fare (facili entrate).
La domanda che ci sorge spontanea è: "il volontariato non dovrebbe consistere nell'atto in cui tu ti metti a completa disposizione senza una richiesta monetaria da parte dei tuoi "datori di lavoro" (magari con un aiuto a sostenerti nell'alloggio e nei pasti; almeno all'estero)?
Insomma sembra più che il volontariato sia diventato una sorta di eco/etico turismo (che fa molto "cool"). In molti ci hanno riferito che per parecchie organizzazzioni il volontariato è diventato più una speculazione monetario che il bisogno di una mano. Il che ci rattrista abbastanza.
Altro problema incontrato è che frequentemente, malgrado abbiamo un sito internet e ti invitino a contattarle, le associazioni non ti rispondono. Questa oltre che una mancanza di rispetto dimostra il fatto che non c'è una vera volontà/necessità.
Visto le varie difficoltà riscontrate, la nostra ricerca si è indirizzata verso "piccole realtà", posti di cui ci ha parlato qualcuno e/o contatti fra amicizie e conoscenze fatte durante il viaggio. Per esempio, sulla costa pacifica, siamo stati in una finca (Finca Carolina) dove abbiamo lavorato per qualche tempo (cucinare, tagliare bambù e cocco, pulire il filtro dell'acqua, piantare semi,...) in cambio di alloggio. Questa finca è nata dalla volontà di un signore statunitense che ha comprato un vasto territorio per salvaguardarlo dalla distruzione della foresta autoctona per farne piantagioni di caffè, pascoli e via di seguito. Con l'intento di creare un luogo dove la gente può fermarsi, dare una mano, studiare la natura o rilassarsi. C'è da mettere in evidenza che non è l'unico a fare ciò.
Per concludere, il Costa Rica è uno dei pochi paesi al mondo che non possiede un'esercito (smantellanto nel 1948, Panamà nel 1990).
Uno dei nostri coinquilini a Capurganà.