giovedì 31 maggio 2012

giovedì 17 maggio 2012

Bolivia

Un pensiero nato dal nostro percorrere la Bolivia si é formato durante la nostra permenenza nella cittadina di Rurrenabaque. Questa riflessione non è una presa di posizione in merito alla tematica che andremo a trattare e neanche una critica diretta al paese o contro qualcuno o qualcosa; è da vedersi più come un semplice riflesso di quello che abbiamo vissuto e che poi può, come in questo caso, generalizzarsi ad altri paesi.
La riflessione tratta il contrasto/tensione, tra il turismo sostenibile e l'offerta turistica a prezzi stracciati.
A Rurrenabaque nella regione del Beni, amazzonia boliviana, vi è un'immensa offerta di gite verso la Selva (foresta tropicale) e la Pampas (pianura estesa caratterizzata da carenza di vegetazione arborea) gestite da innumerevoli agenzie turistiche che offrono più o meno le stesse cose (gite con jeep e barca, bagno con delfini d'acqua dolce, pesca di pirañas, soggiorni in lodge nella giungla, osservazione di animali diurna e notturna, incontri con le comunità indigene locali).
Ora, da una parte ci sono agenzie che offrono escursioni a prezzi bassi e, dall'altra, alcune agenzie che offrono più o meno lo stesso programma a prezzi più elevati, garentendo una filosofia ("carta dei valori") improntata ad una visione ambientalista ed un ecosostenibilità delle loro offerte.
Una prima domanda che ci siamo posti é: visto che queste gite si svolgono entrambe (Selva e Pampas) in zone protette da parte dello Stato, Parco Nazionale e Riserva Naturale, non dovrebbe essere sottointeso che il rispetto della natura e l'ambiente sia una costante di fondo di ogni gita e alla quale ogni agenzia dovrebbe attenersi?
È vero che a noi mancano molte informazioni in merito all'ecosostenibilità di una o l'altra agenzia (noi personalmente non abbiamo svolto nessuna gita organizzata, ma questa riflessione è stata implementata dell'esperienza svolta dai nosti compagni di viaggio), ma è pur vero che entrambe le offerte sono organizzate da diverse agenzie (almeno 5 o 6 se non di più) che possiedono mezzi di trasporto "privati" (jeep e barche) che ogni giorno partono seguendo le stesse tratte, sia nella giungla che nella pampas, dove si formano delle "autostrade del turismo" (del divertimento), e l'emissione di gas di scarico, sia nell'aria che nell'acqua, è sicuramente ingente. Non si potrebbe organizzare una sorta di unificazione dei mezzi di trasporto in modo da ridurre le emissioni dannose e l'afflusso giornaliero di gente?

Riprendendo quanto offrono le diverse agenzie turistiche ai viaggiatori (bagni con delfini d'acqua dolce, pesca dei pirañas, interazioni con le comunità indigene locali e l'osservazione "accanita" di animali) ed ammettendo che noi tendiamo ad essere piuttosto scettici e critici, ci sorgono alcune domande: 1) quanto i "delfini" apprezzano l'avere bipedi eccitati dall'esperienza di fare il bagno con loro e che rilasciano un mix di anti-zanzare e crema solare nell'acqua? 2) Non sappiamo quale sia la velocità riproduttiva dei piraña, però se tutti i giorni vengono pescati per mangiarseli la sera (sono dei pesciolini piccoli quindi ne vanno 3/4 a persona) com'è possibile che continuino ad esserci in quella zona? Non emigrano? Non si estinguono? Vi sono allevamenti per reinserirli ciclicamente? 3)ci riteniamo evoluti in confronto agli animali, nella nostra società vigono leggi chiare che proibiscono l'inseguire, osservare e via di seguito, all'eccesso una persona. D'altro canto partiamo, occhio attaccato all'obiettivo, per ore di barca nell'habitat dell'anaconda (ed altri animali) in cerca della stessa...non la si vede quasi mai, chissà perchè? 4) Riguardo le comunità: esse vivono ai margini della società, i contatti con i paesi e città vicini sono saltuari e rari, ma attraverso queste gite sono "invase" dal turimo di massa. Che impatto culturale, a corto, medio e lungo termine, può avere ciò? Non sarebbe meglio se si limitassero le possibilità ad un soggiorno in un'ottica più "antropologica" in cui la persona divenga parte reale della comunità e non solo un "borsellino"?

Fin'ora abbiamo rivolto l'attenzione alle agenzie è, però, imprescindibile che vi sia una presa di coscienza del turista: l'assunzione di un'atteggiamento di critica e auto-critica costruttiva ai fini di aiutare nella crescita e mantenimento di questi luoghi.
Proponendo un ragionamento più generale: da una parte, come ben si sà, il turismo è una grande risorsa economica per un paese, dall'altra lo stesso può essere un rischio a livello culturale, ovvero può diventare una lesione all'interno di usi e costumi di una popolazione. Questo anche perchè l'afflusso maggiore di turismo fa aumentare la domanda (hostelli, tour, bar ecc) di coseguenza l'offerta va di pari passo; ciò favorisce il mercato, ma porta con sè il rischio intrinseco di tarpare le ali culturali ad una regione.

In conclusione, siamo consapevoli che il nostro testo è critico e mordente sotto molti aspetti, questo non vuole però sottintendere che siamo contrari a priori all'esistenza di agezie che propongono gite organizzate, visto che è anche una possibiltà di preservare l'ambiente, per esempio: una parte dei soldi va al mantenimento del parco, il non poter avventurarsi da soli e circoscrivere le aree visitabili permette di mantenere intatta ed incontaminata una grande parte della zona.
Siamo i primi ad essere curiosi, ad amare la scoperta di nuovi luoghi, persone e culture, per questo ci sembra interessante riuscire a trovare modi differenti attraverso cui conoscere  il mondo, senza escludere le agenzie (si parla di modalità). Quello che riteniamo importante è che sempre bisognerebbe essere in grado di prestare attenzione a quello che ci circonda (natura, culture, luoghi, mondi...), imparare a sciogliere i nostri nodi di aspettative e pregiudizi per riuscire ad assoporare rispettuosamente ciò che ci circonda. Mantenedo sempre un atteggiamento di auto-osservazione, auto-critica, critica riflessiva e scetticità nei confronti di
quello che di primo acchito sembra "bello e buono" come viene proposto.

lunedì 14 maggio 2012


Condor al Cañon del Colca


Volevamo inoltre ricordarvi che se avete dei commenti, riflessioni, critiche e via dicendo potete postarle (credo si dica cosí) direttamente sul blog cliccando su "commenti". Sarebbe bello riuscire a creare un po' d'interazione fra tutti. A presto!