martedì 6 marzo 2012

Recoriendo Argentina

Sono passate due settimane dal nostro arrivo in America latina, abbiamo ormai percorso 5000 Km in Argentina;  tra Buenos Aires, Mar del Plata, Puerto Madryn, El Calafate, Bariloche fino a Mendoza. Chilometri percorsi piuttosto in fretta poichè sono tutte mete relativamente turistiche e decisamente costose. D'altro canto è stato affascinante passare da pianure infinite a paesaggi più montagnosi, dal mare ai laghi, dal caldo della spiaggia al vento freddo dei ghiacciai.
Attraverso le discussioni con la gente del posto abbiamo potuto sentire differenti punti di vista sul governo attuale.  Da una parte esso sembra fraternizzare con le compagnie petrolifere che in Patagonia hanno le loro grandi industrie che perturbano il paesaggio, dove il perpetuo inchinarsi delle pompe meccaniche al dio petrolio  e' un desolante spettacolo visibile specialmente viaggiando sulla RN 26 tra Rivadavia e Bariloche.  Dall' altra sembra che il governo Kircheriano presti maggior attenzione al valore della donna in una società prettamente "machista" dove ancora si sente, non di rado, di donne arse vive senza  che nessuno intervenga.
Questi luoghi sono inoltre carichi di un passato di lotta per i propri diritti e per le terre; un esempio è quello ricordato come "Patagonia rebelde o Patagonia tràgica" dove tra il 1920 e il 1922 vi fu un'opposizione campesiña verso lo Stato, pretendendo condizioni di lavoro migliori. La risposta di quest'ultimo (tanto per cambiare) fu l'invio di truppe del esercito che repressero nel sangue questa rivolta. Nella zona de El Calafate, più precisamente nelle terre dell'attuale Estancia Anita furono massacrati un migliaio di lavoratori.

Nella zona di Bariloche abbiamo potuto apprendere che la comunità indigena dei mapuches vive ancora in condizioni di grande povertà emarginata ai confini della città in barrios costituiti da case in lamiera e senza riscaldamento per lo più, in una regione dove l'inverno si fa sentire; è da riportare che dalle testimonianze raccolte vi è comunque un difficoltà reciproca (comunità indios e i cittadini) ad interagire.

Fra qualche giorno raggiungeremo Uspallata, dove nelle sue vicinanze si trova il primo progetto che andremo a visitare. Si tratta di un ecovillaggio in via di costruzione creato da un italiano.